PATOLOGIE
Spondilite Anchilosante
La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica che colpisce principalmente la colonna vertebrale e le articolazioni sacroiliache, causando dolore lombare persistente, rigidità e, nei casi più avanzati, fusione delle vertebre (anchilosi). Appartiene al gruppo delle spondiloartriti e può interessare anche articolazioni periferiche, tendini e legamenti. Colpisce prevalentemente giovani adulti tra i 20 e i 40 anni, con una maggiore incidenza negli uomini. Se non trattata, può compromettere gravemente la mobilità e la qualità di vita.
I sintomi principali della spondilite anchilosante:
- Sintomi assiali:
- Mal di schiena, dolore lombare infiammatorio persistente (lombalgia, il più indicativo per la patologia), che peggiora a riposo (soprattutto di notte) e migliora con il movimento.
- Rigidità mattutina prolungata (superiore ai 30 minuti).
- Riduzione progressiva della mobilità della colonna vertebrale, con rischio di postura incurvata (cifosi).
- Limitata espansione toracica, che può causare difficoltà respiratorie.
- Sintomi articolari periferici:
- Dolore e infiammazione a anche, ginocchia, caviglie e spalle.
- Tendiniti (achillea, patellare) ed entesiti (infiammazione dei punti di inserzione tendinea).
- Gonfiore delle dita (dattilite).
- Sintomi sistemici:
- Affaticamento cronico, perdita di peso, febbricola e anemia lieve.
- Manifestazioni extra-articolari: uveite anteriore ricorrente (dolore oculare, fotofobia, visione offuscata).
Le cause precise della spondilite anchilosante non sono ancora completamente note. Tuttavia, una predisposizione genetica svolge un ruolo fondamentale: circa il 90% dei pazienti caucasici presenta il gene HLA-B27. La presenza di questo gene, tuttavia, non determina necessariamente lo sviluppo della malattia, suggerendo l’interazione di altri fattori ambientali o infettivi. Anche il sesso maschile e una familiarità positiva sono fattori di rischio importanti.
La diagnosi si si effettua con:
- Esame clinico: valutazione del dolore lombare infiammatorio, rigidità e limitazione dei movimenti.
- Esami di laboratorio: ricerca dell’HLA-B27, indici infiammatori elevati (VES, PCR), esclusione di altri marcatori autoimmuni.
- Diagnostica per immagini:
- Radiografie della colonna e delle articolazioni sacroiliache per evidenziare sacroileite.
- Risonanza magnetica precoce per rilevare infiammazioni non ancora visibili alla radiografia.
Il trattamento mira a ridurre il dolore e l’infiammazione, mantenere la funzionalità articolare e prevenire deformità:
- Farmaci: antinfiammatori non steroidei (FANS), prima scelta per alleviare dolore e rigidità; biologici, inibitori del TNF o dell’interleuchina-17, indicati nei casi resistenti ai FANS; antireumatici modificanti la malattia (DMARDs) per il coinvolgimento articolare periferico.
- Fisioterapia: esercizi quotidiani mirati al mantenimento della flessibilità e alla correzione posturale.
- Chirurgia: riservata ai casi gravi con anchilosi avanzata o danno articolare severo.
È fondamentale una gestione multidisciplinare con reumatologi, fisioterapisti e, quando necessario, oculisti o cardiologi, per controllare sia le manifestazioni articolari sia quelle sistemiche.
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Ultimo aggiornamento: 16/06/2025