PATOLOGIE

Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro (ARVC)

La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro (ARVC), detta anche displasia aritmogena del ventricolo destro, è una malattia genetica del muscolo cardiaco in cui le cellule miocardiche, soprattutto del ventricolo destro, ma talvolta di entrambi i ventricoli, vengono progressivamente sostituite da tessuto fibroso-adiposo. Questa rimodellazione indebolisce la parete ventricolare e facilita la comparsa di aritmie ventricolari potenzialmente letali; nei casi avanzati può evolvere verso insufficienza cardiaca. ARVC rappresenta una delle prime cause di morte cardiaca improvvisa nei giovani adulti e negli atleti.

I disturbi compaiono spesso in modo subdolo e peggiorano con il tempo:

  • Palpitazioni o tachicardie improvvise
  • Sincope o lipotimie da aritmia transitoria
  • Dispnea da sforzo, talvolta dolore toracico
  • In rari casi arresto cardiaco improvviso come esordio iniziale

Le forme familiari coprono circa la metà dei casi; l’eredità è per lo più autosomica dominante con penetranza variabile. Fattori principali:

  • Mutazioni dei geni desmosomiali (che codificano proteine di giunzione cellula-cellula)
  • Rara trasmissione autosomica recessiva (varianti legate a dermatite palmoplantare)
  • Micro-lesioni meccaniche da attività sportiva ad alta intensità che accelerano il danno in chi è geneticamente predisposto

La valutazione parte da visita cardiologica ed elettrocardiogramma (ECG); si prosegue con Holter delle 24 ore, ecocardiogramma, risonanza magnetica cardiaca (RMN) per visualizzare la sostituzione fibroadiposa e, quando indicato, studio elettrofisiologico con mappaggio

Il test genetico aiuta a confermare la mutazione e a estendere lo screening ai familiari di primo grado.

La malattia non è curabile, ma il rischio aritmico può essere gestito con:

  • Betabloccanti e antiaritmici per ridurre la frequenza delle tachicardie
  • Defibrillatore impiantabile (ICD) nei pazienti sopravvissuti ad arresto cardiaco, con aritmie ventricolari documentate o ad alto rischio secondo le linee guida europee
  • Ablazione transcatetere per tachicardie ventricolari monomorfe non controllate dai farmaci o per limitare gli shock dell’ICD
  • Limitazione dell’attività fisica agonistica e monitoraggio periodico 
Il follow-up regolare permette di adattare la terapia e di offrire ai parenti un percorso di sorveglianza preventiva.

Le informazioni presenti nel sito, validate dai nostri medici, sono destinate a scopi informativi/divulgativi e non sostituiscono in nessun modo il rapporto diretto medico-paziente, né la visita specialistica. È fondamentale sempre consultare il medico per una diagnosi precisa e trattamento personalizzato.

Ultimo aggiornamento: 16/06/2025

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