Le tecnologie wearable, cioè indossabili, possono aiutare nella Medicina del sonno? Una ricerca a cui hanno partecipato sia il Centro dell’IRCCS Pavia diretto da Francesco Fanfulla, sia il Laboratorio di Informatica e sistemistica dello stesso Istituto con l’ingegner Valentina Tibollo, risponde a questo interrogativo, con un paper pubblicato su Studies in Health Technology and Informatics
«L'apnea ostruttiva del sonno – Osa», scrivono gli autori, «è un disturbo del sonno comune e la polisonnografia è il gold standard per la diagnosi e il monitoraggio del trattamento. Al giorno d'oggi esistono diversi tracker di attività che misurano la qualità del sonno attraverso il rilevamento delle fasi del sonno. Per consentire un più facile monitoraggio dell'efficacia del trattamento a casa, questo lavoro esplora la possibilità di utilizzare uno di questi smart-band commerciali».
A tal fine, i ricercatori hanno studiato i segnali forniti da polisonnografia e uno smart-band Fitbit su 26 pazienti consecutivi, ricoverati in ospedale dopo la diagnosi di Osa, e sottoposti a ventilazione o trattamento posizionale. «Sono stati sottoposti a monitoraggio per tre notti (basale, titolazione e controllo)», proseguono Fanfulla, Tibollo e gli altri autori, «e abbiamo sviluppato sia un software di visualizzazione che consente ai medici di confrontare visivamente i due ipnogrammi (i grafici che rappresentano le fasi del sonno in una polisonnografia, ndr), sia una serie di statistiche per valutare la concordanza dei due metodi. I risultati», concludono gli studiosi, «indicano che Fitbit è in grado di rilevare schemi di sonno normali, mentre è meno in grado di rilevare quelli anomali».
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