I Tumori neuroendocrini (noti anche con la sigla TNE o NET dall’inglese neuro-endocrine tumor) sono tumori che prendono origine da cellule le cui caratteristiche sono tipiche delle cellule endocrine (quelle che producono gli ormoni) e delle cellule nervose. Queste cellule si trovano disseminate in tutto l’organismo, in specie polmoni, tiroide, ghiandole surrenali, intestino, pancreas. Nei polmoni, per esempio, regolano il flusso dell’aria, nel tratto gastrointestinale il rilascio dei succhi digestivi.
I più frequenti sono proprio quelli che riguardano il tratto gastro-entero-pancreatico (e da qui noti con la sigla GEP), seguiti da quelli che interessano i polmoni e l’apparato respiratorio. Poi quelli timici (cioè derivati dal timo), il feocromocitoma (che si sviluppa da specifiche cellule site nelle ghiandole surrenali) e il tumore a cellule di Merkel (un tumore cutaneo – le cellule di Merkel si trovano sotto la cute e i follicoli piliferi).
Sono piuttosto rari, più comuni tra adulti e anziani. Non sono stati identificati particolari fattori di rischio, tranne forse carenze del sistema immunitario e familiarità con malattie ereditarie come la neoplasia endocrina multipla (nota con la sigla MEN1 o MEN2), la neurofibromatosi di tipo 1 e la sindrome di Von Hippel-Lindau.
Si distinguono, in base alle caratteristiche al microscopio delle cellule tumorali, in ben differenziati o scarsamente differenziati, mentre in base alle caratteristiche cliniche si distinguono in funzionanti e non funzionanti.
I sintomi sono in relazione all’organo colpito; per la diagnosi sono utili gli esami del sangue e delle urine e, in queste, la misurazione dei livelli di 5-HIAA, un metabolita della serotonina. Naturalmente, tomografia computerizzata, ecografia, scintigrafia e altre tecniche di diagnostica per immagini sono molto utili per porre con certezza la diagnosi, così come la biopsia di un campione tissutale.
Per il loro trattamento il paziente viene indirizzato a centri altamente specializzati, con molta esperienza nel settore. La chirurgia è l’approccio più usato, ma per alcuni di essi vi sono tecniche loco-regionali come la chemioembolizzazione e l’alcolizzazione, oppure la radioterapia mirata.