L’intestino viene diviso in tenue e crasso. Quest’ultimo comprende tre tratti: il cieco, il colon (a sua volta suddiviso in destro o ascendente, trasverso, e sinistro o discendente) e il retto.
Il Tumore del colon-retto è dovuto a una proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa di questo tratto intestinale. Si tratta di un tumore molto diffuso, secondo solo al tumore della mammella nelle donne e terzo negli uomini dopo quello del polmone e della prostata. È più frequente tra i 60 e i 75 anni di età.
Diversi sono i fattori di rischio, tanto di tipo ereditario (la presenza in famiglia di poliposi adenomatose ereditarie) quanto non, come tipo di alimentazione (molti studi suggeriscono che una dieta ricca di proteine animali e grassi e povera di fibre aumenta il rischio di ammalarsi), malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn), abitudine al fumo.
I sintomi dipendono dalla sede del tumore, ma più spesso si hanno piccole perdite di sangue nelle feci, stanchezza, mancanza di appetito, perdita di peso, anemia, stitichezza/diarrea.
Essenziale è la prevenzione, fondata sulla ricerca del sangue occulto nelle feci (oltre che su un corretto stile di vita). Nel nostro Paese sono molto sviluppati i programmi di screening che coinvolgono la popolazione tra i 50 e i 75 anni di età, con cadenza biennale. Se questa ricerca si dimostra positiva, si procede alla colonscopia per porre o meno diagnosi di tumore.
È proprio questa campagna preventiva che nella maggior parte dei casi permette di porre diagnosi di tumore del colon-retto. Ai fini diagnostici, oltre alla già citata colonscopia, concorrono l’ecografia dell’addome e la tomografia computerizzata. Purtroppo, in un terzo dei casi, all’atto della diagnosi vi sono già metastasi al fegato.
Il trattamento classico prevede il ricorso alla chirurgia che a seconda dei casi sarà conservativa o demolitiva: quest’ultima può essere parziale, ma nei casi più gravi occorrerà asportare il tratto di colon (o del retto) interessato.
Anche la chemioterapia è efficace sia prima sia dopo l’intervento chirurgico per evitare ricadute. Spesso a questa viene associata la somministrazione di farmaci biologici.