Il tumore della mammella è un tipo di lesione composta da cellule che, a causa di varie alterazioni, hanno iniziato a riprodursi più rapidamente rispetto alle cellule normali, potendosi così infiltrare nei tessuti circostanti e propagarsi a distanza. Oggi il tumore della mammella viene diagnosticato ad una donna ogni 8, ma la sua sopravvivenza è notevolmente migliorata grazie a terapie più mirate ed efficaci e alla diffusione dello screening mammografico, grazie al quale è possibile effettuare una diagnosi precoce.
In caso di tumori in fase ancora iniziale, l’intervento chirurgico proposto è generalmente poco invasivo e consente di conservare l’aspetto della propria mammella (tumorectomia o quadrantectomia). L’asportazione del tumore è guidata infatti da tecniche che consentono al chirurgo una resezione mirata ed oncologicamente corretta. In questi casi si procede inoltre alla biopsia del linfonodo sentinella, cioè all’analisi intraoperatoria del primo linfonodo ascellare che drena dal tumore, in modo da poter verificare se le cellule tumorali hanno iniziato a propagarsi in altri siti (stadiazione).
In caso di tumori più avanzati o dove non sia possibile conservare la mammella, è indicata l’asportazione completa della ghiandola mammaria (mastectomia). Laddove indicato, oggi la mastectomia viene accompagnata dalla ricostruzione mammaria attraverso l’utilizzo di protesi e rimodellando la mammella controlaterale, garantendo così il ripristino dell’immagine del proprio seno.
A volte la situazione alla diagnosi è particolarmente avanzata, oppure il tumore diagnosticato presenta caratteristiche biologiche particolarmente aggressive. In questi casi, sempre più frequentemente viene proposto di effettuare la chemioterapia prima dell’intervento chirurgico (chemioterapia neoadiuvante), con lo scopo di ridurre le dimensioni del tumore ed il coinvolgimento dei linfonodi ascellari in modo da permettere un trattamento chirurgico meno demolitivo.