Lesioni e piaghe da decubito

La Lesione da pressione altrimenti conosciuta come Piaga da decubito è una lesione della pelle che può arrivare sino a muscoli e ossa e degenerare, nei casi più gravi, in morte del tessuto coinvolto (necrosi). Queste lesioni si manifestano in persone costrette a letto nella stessa posizione per lunghi periodi e la loro formazione è dovuta allo schiacciamento dei vasi sanguigni che non consente più al sangue di circolare verso i distretti del corpo a contatto con la superficie sottostante (bacino, talloni, arti superiori e inferiori, spalle). Pelle umida a causa di sudore o urina, pelle insensibile a caldo o freddo, ferite già esistenti, obesità o malnutrizione, diabete, patologie cardiache, polmonari o neurologiche sono tutti fattori che possono contribuire all’insorgenza delle piaghe da decubito così come una mancata prevenzione delle lesioni mediante l’utilizzo di ausili antidecubito (materassi, cuscini).

A seconda di profondità, tipologia e localizzazione, le lesioni da pressione sono suddivise in quattro diversi stadi. Più in generale, fra i sintomi si annoverano eritemi, abrasioni, ulcere aperte superficiali, vesciche piene di siero, perdita di ispessimento della cute (che nei casi più gravi comporta esposizione di osso, tendini o muscoli), scolorimento della pelle, indurimento della cute, dolore e necrosi dei tessuti.

Per valutare la lesione da decubito occorre vigilarne il decorso nell’arco di più giorni e osservare la localizzazione delle piaghe e il loro aspetto che ne determinerà la gravità. Vanno quindi esaminati dimensione della lesione, odore, condizione della cute circostante la ferita, eventuale necrosi del tessuto, presenza o assenza di liquido infiammatorio (essudato) ed estensione sottocutanea (tunnellizzazione). La lesione da decubito tende a diventare cronica piuttosto che guarire, per questo motivo è necessario pianificare un adeguato trattamento delle ferite nel caso in cui detersione, disinfezione e uso di creme emollienti, oli e ossido di zinco non fossero sufficienti. È possibile applicare antibiotici locali oppure intervenire rimuovendo il tessuto non più vitale.

La rimozione può avvenire mediante l’utilizzo di enzimi che eliminano la cute necrotica (debridement o sbrigliamento chimico), attraverso una medicazione sintetica (per esempio idrogel) che promuove l’autodigestione dei tessuti necrotici (sbrigliamento autolitico), mediante irrigazione con soluzione fisiologica a temperatura ambiente o garza semiumida per rimuovere la necrosi (sbrigliamento meccanico), oppure con rimozione chirurgica. L’uso di dispositivi antidecubito che ridistribuiscono la pressione esercitata sulla cute può facilitare il processo di guarigione e prevenire la formazione di nuove piaghe.


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