Insufficienza respiratoria cronica

Un danno a carico del parenchima polmonare (regione dei polmoni intorno all'albero bronchiale, formato dall'insieme di tutti i lobuli polmonari) o della pompa ventilatoria (gabbia toracica, muscoli respiratori, centri nervosi) comporta l’insorgenza di insufficienza respiratoria che porta a insufficienza respiratoria ipossiemica o a insufficienza respiratoria ipercapnica. La prima è solitamente secondaria a patologie come la Broncopneumopatia cronica ostruttiva BPCO o enfisema polmonare; mentre la seconda è secondaria ancora a patologie come BPCO ma anche a cifoscoliosi, malattie neuromuscolari, danni al diaframma.

La diagnosi di insufficienza respiratoria viene fatta con l’emogasanalisi arteriosa, con la saturazione notturna o sotto sforzo o con lo studio del sonno. Il quadro di cronicità può presentare riacutizzazioni che possono metter anche a repentaglio la vita del paziente necessitando di stretto monitoraggio, cura e riabilitazione. 
Tra le indagini aggiuntive per capirne l’origine o studiarne la gravità ci sono: l’imaging, la misura dei volumi polmonari e la capacità di diffusione, la saturimetria e misurazione dei gas arteriosi, il test di tolleranza allo sforzo, le misure di forza dei muscoli respiratori (MIP e MEP), la endoscopia delle vie aeree, la ecografia toracica, la ecocardiografia.

Capisaldi della terapia sono ossigenoterapia e/o ventiloterapia al fine di mantenere normali livelli di ossigenazione del sangue e un’adeguata eliminazione dell’anidride carbonica. 

Ogni patologia che ha procurato l’insufficienza respiratoria cronica prevede uno specifico trattamento farmacologico, mentre tra i trattamenti non farmacologici ci sono: l’ossigenoterapia, la ventiloterapia, la riabilitazione pneumologica (RP) con gli obiettivi di ridurre i sintomi, in particolare della dispnea, diminuire la disabilità, migliorare la qualità globale di vita. 

L’approccio riabilitativo si è quindi trasformato da puramente fisiochinesiterapico a riabilitativo globale omnicomprensivo, fino alle cure di fine vita all’interno di percorsi assistenziali in cui si inseriscono a pieno titolo interventi diagnostico valutativi, di prevenzione secondaria e per alcuni tipi di patologie di elevato contenuto assistenziale (pazienti in ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, pazienti in valutazione e sottoposti a trapianto di polmone, pazienti in insufficienza respiratoria globale scompensata secondaria a patologie neuromuscolari e ad obesità grave).
 


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