Infezioni polmonari

Le infezioni polmonari non tubercolari sono causate dai cosiddetti micobatteri “atipici”. Esistono più di 150 specie di micobatteri non tubercolari, non tutte patogene. Questi microorganismi sono ubiquitari: possono trovarsi nelle acque, nel suolo e crescono in condizioni di ampia variabilità di temperatura, pH e concentrazione salina. Sono anche responsabili di possibili infezioni ospedaliere in relazione all'uso di apparecchi per aerosol o applicazione di devices chirurgici o protesi.

I sintomi delle infezioni polmonari non tubercolari sono febbre, calo di peso, tosse, astenia (stanchezza psicofisica generalizzata), disturbi gastrointestinali, sudorazione notturna e presenza di sangue nell'espettorato. I pazienti più a rischio sono coloro che soffrono già di patologie respiratorie croniche, immunodepressi, affetti da fibrosi cistica, o infettati da HIV.

La diagnosi viene effettuata grazie a un esame colturale dell’espettorato, che consente di isolare e identificare l’agente patogeno responsabile dell’infezione. Le radiografie toraciche possono essere utili per indagare eventuali lesioni dei bronchi.

La terapia per debellare le infezioni polmonari non tubercolari si basa sulla somministrazione di antibiotici per un lungo periodo di tempo (dai 18 ai 24 mesi), ma il trattamento può cambiare nel corso tempo a seconda dei risultati ottenuti. La sensibilità del microrganismo agli antibiotici, infatti, può progressivamente diminuire. I pazienti che soffrono di questa patologia tendono ad andare incontro a ricadute, recidive o reinfezioni.


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