Esiti cicatriziali invalidanti

La cicatrice è un tessuto fibroso che si forma per riparare una lesione patologica o traumatica, ed è dovuta alla riproduzione del derma e dell'epidermide, lo strato più esterno della pelle.

È nel corso del processo di “riparazione” di tali lesioni, che può innescarsi  il processo che porta a una cicatrice invalidante. In questa fase può succedere infatti che il tessuto connettivo, di per sé fibroso, che ha il compito di colmare eventuali “spazi vuoti”, segua le trame del “tessuto” ma in modo disordinato, disorganizzato, perdendo elasticità.

Innumerevoli sono le lesioni cutanee: esse possono derivare da ferite da taglio e lacerazioni, ustioni, abrasioni, acne, malattie cutanee, interventi chirurgici, come quello per l’asportazione parziale o totale della mammella (mastectomia), o un intervento demolitivo della tiroide (tiroidectomia).

La diversità della lesione produce cicatrici differenti. Alcune non si notano nemmeno e non causano disagio, mentre altre possono essere dolorose, antiestetiche, delle vere e proprie deturpazioni e quindi invalidanti al punto da causare problemi relazionali specie se interessano il volto. Altre cicatrici possono creare limitazioni nel movimento e aderenze.

Molte cicatrici antiestetiche o che creano comunque problemi possono essere eliminate con il laser: la laserterapia con strumenti di ultima generazione permette di rimuovere le cicatrici da acne, che spesso deturpano il volto di giovani e donne, e di appiattire un cheloide, ovvero un'abnorme produzione di tessuto cicatriziale in seguito ai processi di riparazione di ferite cutanee. È possibile intervenire successivamente con la radiofrequenza. Gli specialisti di riferimento a cui rivolgersi sono il chirurgo plastico e il dermatologo.


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