Il dolore è una sorta di spia con cui l'organismo ci avverte e ci segnala un danno dei tessuti, potenziale o reale, e che riconosce una componente sensoriale e una emotiva. Il dolore può essere classificato in modi diversi. Per esempio, se il criterio è quello della durata si distingue il dolore acuto da quello cronico. La causa del dolore e la sede nella quale ha origine sono altri elementi classificatori. Sostanzialmente si distingue tra dolore somatico, viscerale, misto, riferito, idiopatico, urente e anche sociale, secondo una recente classificazione. Ma altri criteri parlano di dolore nocicettivo (quando deriva da una stimolazione dei nocicettori, specifiche terminazione nervose deputate a trasmettere il dolore a livello centrale), neurogeno (quando le cause sono un danno/una disfunzione del sistema nervoso centrale o periferico) e oncologico, quando deriva da un tumore.
Il dolore viscerale proviene dagli organi interni contenuti nella cavità addominale. Solitamente, si tratta di un dolore intenso, diffuso, che può durare a lungo, difficile da localizzare in quanto le lesioni agli organi interni innescano spesso dolori cosiddetti "riferiti", cioè che vengono avvertiti dal paziente in aree che non coincidono con la sede della lesione. Un esempio di dolore riferito è il dolore da infarto miocardico: il danno è localizzato nel tessuto miocardico (il tessuto muscolare cardiaco), ma i sintomi vengono percepiti nella parte alta del torace o alla spalla sinistra o al braccio. Il dolore viscerale è spesso accompagnato da un malessere diffuso, nausea, debolezza, vomito, senso di svenimento. Si distingue tra dolore viscerale superficiale e dolore viscerale profondo. Il primo, come dice la parola, viene avvertito in superficie, sulla cute, spesso in corrispondenza dell’organo affetto; il secondo intorno al viscere interessato da un processo patologico/infiammatorio.