Blefarospasmo

Il Blefarospasmo è una malattia caratterizzata dalla chiusura persistente, forzata e involontaria delle palpebre (“blefaro” deriva da una parola greca che significa palpebra).

Non è ancora chiara quale sia la causa del disturbo, ma si ritiene dipenda dal cattivo funzionamento di alcune strutture nervose che si trovano alla base del cervello con un ruolo importante nel controllo dei movimenti (i cosiddetti gangli della base).

Inizialmente, il blefarospasmo si manifesta con secchezza dell'occhio, aumento della sensibilità alla luce (fotofobia) e della frequenza dell'ammiccamento (la chiusura involontaria e veloce delle palpebre seguita dalla riapertura delle stesse). Lo stress e le tensioni emotive possono peggiorare i sintomi.

Anche l’impiego di alcuni farmaci (neurolettici, antistaminici, dopaminergici, anticonvulsivanti, pilocarpina, alcuni anestetici) può causare blefarospasmo. Il disturbo è più frequente durante la giornata, mentre invece – durante il sonno – lo spasmo solitamente concede una tregua, e questo riposo può portare un beneficio ad alcuni pazienti anche nelle ore successive. Con l’aggravarsi della malattia gli spasmi possono diventare così intensi da serrare le palpebre anche per molte ore.

Alla diagnosi di blefarospasmo si arriva dopo aver esaminato tutte le possibili cause secondarie di patologie oculari (blefarite, trichiasi, patologie corneali, glaucoma, uveiti, occhio secco…). Nel caso di sospette cause neurologiche si ricorre ad esami strumentali specifici.

Sul fronte della terapia, non esiste una soluzione definitiva, ma di recente anche in Italia è stato approvato l'uso della tossina botulinica di tipo A per il trattamento del blefarospasmo. Dosi minime di botulino vengono iniettate direttamente nel muscolo orbicolare dell'occhio e le iniezioni sono ripetute regolarmente, ogni 3-4 mesi. Il farmaco agisce bloccando la trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli interessati. Possono essere di grande aiuto anche sedativi o miorilassanti.


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