Un recentissimo studio di popolazione, pubblicato dai nostri ricercatori dell’IRCCS Maugeri di Telese Terme (BN) sulla rivista European Journal of Internal Medicine, sembrerebbe suggerire un miglioramento della funzione endoteliale e del rischio cardiovascolare nei pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) severa dopo trattamento riabilitativo multidisciplinare.
Le pareti interne del cuore e dei vasi sanguigni sono rivestite dalle cosiddette cellule endoteliali, che regolano il tono vascolare, l’infiammazione, la coagulazione e lo stress ossidativo. Il danno a carico di queste cellule è associato ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, come ictus e infarto, che incrementano il tasso di mortalità dei pazienti con BPCO o altre malattie respiratorie croniche. La buona notizia è che l’alterazione dell’endotelio è reversibile e, pertanto, potrebbe rappresentare in futuro un target per nuovi approcci terapeutici, farmacologici e non.
In tale contesto, si inserisce lo studio di Pasquale Ambrosino e Mauro Maniscalco, a cui partecipano altri ricercatori dell’Istituto telesino, tra cui Silvestro Ennio D’Anna, Roberto Formisano e Nicola Pappone, nonché l’Università degli studi di Napoli Federico II ed il Consiglio nazionale delle ricerche - Cnr. Lo studio dimostra che la riabilitazione multidisciplinare, oltre a migliorare la resistenza allo sforzo e la qualità di vita dei pazienti con BPCO, migliora anche la funzione delle cellule endoteliali e, potenzialmente, il rischio di ictus e infarto.
Sembrerebbe dunque che la riabilitazione respiratoria possa apportare dei benefici ulteriori ai pazienti con patologie respiratorie croniche, ben al di là di quanto già noto. Futuri studi dovranno ora chiarire le basi molecolari di questi risultati, cercando di rispondere ad una domanda: fino a che punto è possibile modificare la storia naturale delle malattie del polmone attraverso la riabilitazione?
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