Le proposte alle Istituzioni e all’opinione pubblica per garantire maggior sopravvivenza e migliore qualità di vita ai pazienti grazie alla cardiologia preventiva e riabilitativa sono state presentate durante un evento nella Sala Capitolare del Senato a cui hanno preso parte quattro medici di Maugeri, membri della società scientifica ITACARE-P (Italian Alliance for Cardiovascular Rehabilitation and Prevention).
I medici chiedono maggior consapevolezza sui rischi per la salute del cuore da parte dei cittadini e più attenzione alle strategie di prevenzione da parte delle Istituzioni attraverso la realizzazione di programmi preventivi e di riabilitazione. Il messaggio ai rappresentanti parlamentari, dell’Istituto Superiore di Sanità, di società scientifiche e Università, è stato lanciato la scorsa settimana nella Sala Capitolare del Senato durante l’evento “Prevenzione e Riabilitazione per la Salute Cardiovascolare”, voluto dalla società scientifica ITACARE-P (Italian Alliance for Cardiovascular Rehabilitation and Prevention), della quale fanno parte, come membri del Comitato Scientifico, quattro specialisti di Maugeri.
Il focus dell'incontro era rivolto alle quattro strategie fondamentali per la riduzione del rischio cardiovascolare: dal controllo dei fattori cardio-metabolici allo stile di vita, dall’attenzione agli aspetti psicosociali alla necessità di diffondere la cultura della riabilitazione e della teleriabilitazione.
“Una maggiore partecipazione ai programmi di cardiologia riabilitativa e preventiva, a cui attualmente accede meno del 30% dei pazienti con infarto, può garantire una sopravvivenza maggiore e una buona qualità di vita a un maggior numero di pazienti – dicono i medici, la dottoressa Maria Teresa La Rovere e il dottor Egidio Traversi dell’ IRCCS Maugeri di Pavia la dottoressa Simonetta Scalvini dell’IRCCS Lumezzane e il dottor Massimo Pistono dell’IRCCS Veruno.
La necessità di aumentare la cultura e la diffusione della riabilitazione e di identificare indicatori adeguati è anche quanto emerge dai dati sulla epidemiologia attuale della fase acuta e post-acuta dell’infarto miocardico acuto in Italia di Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Regionali, presente all’evento. Nonostante le moderne terapie abbiano drasticamente ridotto negli ultimi 20 anni la mortalità della fase acuta dell’infarto miocardico, questo “vantaggio”, sembra infatti perdersi già nel corso dell’anno successivo.