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CON MAUGERI DORMI MEGLIO DI NOTTE E SEI PIÙ SVEGLIO DI GIORNO
La qualità e la durata del sonno hanno conseguenze sullo stato di veglia, ovvero sulle prestazioni fisiche e mentali del giorno seguente. Insonnia, eccessiva sonnolenza diurna e apnee notturne sono i disturbi che più incidono sul rendimento quotidiano e sulla qualità della tua vita.
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Esiste una connessione bidirezionale tra sonno e cancro
«Esiste una connessione bidirezionale tra sonno e cancro tuttavia le associazioni specifiche tra singoli disturbi del sonno ed alcuni tumori non sono molto chiare», lo dice una clinical review firmata da alcuni specialisti, fra cui Maria Paolo Mogavero e Francesco Fanfulla dell’IRCCS Pavia, pubblicata da Sleep Medicine Review nell’aprile del 2021.
Dalla Ricerca si evince che un'accurata valutazione dei disturbi del sonno nei pazienti oncologici è necessaria per migliorare la salute del paziente, la sopravvivenza, la risposta alla terapia, la qualità della vita e la riduzione delle comorbilità/complicanze.
Secondo gli studiosi, che hanno analizzato la produzione scientifica fino all’agosto del 2020, «recenti evidenze scientifiche dimostrano che la conoscenza e la gestione dei disturbi del sonno offrono interessanti prospettive terapeutiche per la cura del cancro. Alla luce di questa esigenza, l'obiettivo di questa review è quello di valutare le evidenze degli ultimi 10 anni di ricerca sulla correlazione tra ogni specifica categoria di disturbi del sonno e diversi tipi di tumore in base alla loro localizzazione anatomica». Le tipologie di tumore prese in esame riguardano testa-collo (comprendente cervello e tiroide), polmone, mammella, endometrio, testicoli, prostata, vescica, rene, tratto gastrointestinale, cute, tumori ossei ed infine neoplasie ematologiche (leucemie, linfomi, mieloma multiplo e policitemia). L’obiettivo dell’analisi condotta è quello di determinare quanto attualmente noto sui disturbi del sonno come fattore di rischio oncologico e valutare i tumori associati all'insorgenza di disturbi del sonno, le terapie mirate dei disturbi del sonno nei pazienti oncologici e nuove prospettive oncologiche a seguito della valutazione del sonno per indagare le specifiche associazioni tra tipologie di disturbi del sonno e tumori.
L'apnea ostruttiva del sonno è associata ad un aumento del rischio di incidenti alla guida
«L'apnea ostruttiva del sonno è associata ad eccessiva sonnolenza diurna in circa il 50% dei casi e di conseguenza ad un aumento del rischio di incidenti alla guida. Il trattamento con la ventilazione meccanica delle vie aeree riduce efficacemente tale rischio». Questo quanto emerge dalla ricerca firmata dagli scienziati Maria Bonsignore e Oreste Marrone con Francesco Fanfulla, direttore del Centro di Medicina del sonno dell’IRCCS Pavia e pubblicata da Sleep Medicine Clinics.
Un problema che è cresciuto di rilevanza dopo che nel 2014 è stata modificata la Direttiva dell'Unione Europea sul rischio di guida, approvata otto anni prima. «Di recente», aveva scritto la Commissione europea pubblicando la Direttiva 2014/85/Ue, «sono stati pubblicati studi e ricerche che confermano come la sindrome delle apnee ostruttive da sonno sia uno dei principali fattori di rischio negli incidenti automobilistici. Pertanto questa patologia non dovrebbe più essere ignorata nell'ambito della legislazione europea in materia di patente di guida».
Dopo le modifiche il mantenimento della patente di guida nei pazienti con apnea ostruttiva del sonno richiede la valutazione della sonnolenza ma soprattutto l'adesione al trattamento che purtroppo però risulta avere ancora una compliance piuttosto ridotta.
Le tecnologie wearable possono aiutare nella Medicina del sonno?
Una ricerca a cui hanno partecipato il Centro del Sonno e il Laboratorio di Informatica e Sistemica dell’IRCCS Pavia risponde a questo interrogativo con un paper pubblicato su Studies in Health Technology and Informatics.
«L'apnea ostruttiva del sonno – Osa», scrivono gli autori, «è un disturbo del sonno comune e la polisonnografia è il gold standard per la diagnosi e il monitoraggio del trattamento. Al giorno d'oggi esistono diversi tracker di attività che misurano la qualità del sonno attraverso il rilevamento delle fasi del sonno. Per consentire un più facile monitoraggio dell'efficacia del trattamento a casa, questo lavoro esplora la possibilità di utilizzare uno di questi smart-band commerciali».
A tal fine, i ricercatori hanno studiato i segnali forniti da polisonnografia e uno smart-band su 26 pazienti consecutivi, ricoverati in ospedale dopo la diagnosi di Osa, e sottoposti a ventilazione o trattamento posizionale. «Sono stati sottoposti a monitoraggio per tre notti e abbiamo sviluppato sia un software di visualizzazione che consente ai medici di confrontare visivamente i due ipnogrammi (i grafici che rappresentano le fasi del sonno in una polisonnografia, ndr) sia una serie di statistiche per valutare la concordanza dei due metodi. I risultati», concludono gli studiosi, «indicano che il wearable è in grado di rilevare schemi di sonno normali, mentre è meno in grado di rilevare quelli anomali».