Esiti di trapianti cardiaci

Il Trapianto cardiaco è un intervento chirurgico atto a sostituire un cuore non più funzionale con uno sano proveniente da un donatore deceduto. Il nuovo organo va impiantato entro un massimo di 4-6 ore dal decesso del donatore e affinché ciò sia possibile il ricevente – iscritto alla lista d’attesa del centro trapianti – deve soddisfare caratteristiche ben precise che comprendono compatibilità del gruppo sanguigno, dimensioni del cuore simili, età inferiore ai 65 anni, stato psicologico buono, assenza di tumori o infezioni gravi, assenza di dipendenza da fumo, alcol e droghe.

La causa per cui si rende necessario un trapianto è una grave insufficienza cardiaca che può essere dovuta a malattie del miocardio o delle arterie coronarie, a malfunzionamenti delle valvole cardiache o a difetti congeniti del cuore. L’intervento non è esente da complicazioni. Il principale rischio post-operatorio è il cosiddetto rigetto che si verifica quando il sistema immunitario del paziente riconosce il cuore trapiantato come estraneo e lo attacca. Per prevenire il rigetto è prevista l’assunzione di immunosoppressori e ciò può esporre il paziente al rischio di infezioni.

I sintomi di un potenziale rigetto del cuore sono debolezza, aritmie, febbre alta, dispnea, ipotensione e edema, ovvero un accumulo di liquidi in mani, piedi e talvolta polmoni.

In presenza di questa sintomatologia, la diagnosi di rigetto può essere confermata con un elettrocardiogramma (ECG) per rivelare anomalie nel ritmo cardiaco e con una biopsia per esaminare eventuali danni al tessuto cardiaco. Utili anche eco-Doppler, radiografia toracica e un esame citoimmunologico per monitorare i livelli di linfociti T.

In caso di esito positivo, il trapianto di cuore migliora la qualità di vita del paziente, ma – data la delicatezza dell’intervento – il trapiantato dovrà sottoporsi a periodici controlli per monitorare lo stato di salute del nuovo organo (biopsia, radiografia, ecocardiogramma). Il trattamento prevede anche l’assunzione di farmaci immunosoppressori (ciclosporina) per tutta la vita onde evitare i rischi di rigetto e farmaci per prevenire l’insorgenza di aterosclerosi coronarica (farmaci ipolipemizzanti, diltiazem).


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